"Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze. Sulle montagne possono salirci molti altri,ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre". - Walter Bonatti


mercoledì 24 dicembre 2014

Il mago di Natale

S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
 
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
 
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.
 
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
 
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
 
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
 
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
 
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
 
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
 
Però non lo sono
che posso fare?
 
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

Gianni Rodari

domenica 14 dicembre 2014

Quella becca di Trecare!



Prende via in modo ufficiale la stagione invernale della Sucai. 
E come tradizione lo fa sci ai piedi con la gita degli Auguri.
Sono circa una trentina i sucaini che si ritrovano a Cheneil sopra Valtournanche per affrontare quella che si fa davvero fatica a definire “powder”, ma tant’è, l’inverno è ancora lungo.
La meta è la becca Trècare o meglio la spalla ovest ossia quella scialpinistica (quota 2.852). 
Sono 800 metri di dislivello che scivolano via senza grosse difficoltà, ottimi per iniziare a far girare le gambe. 
In cima la temperatura non invita a fare grandi festeggiamenti e allora giù a cercare qualche curva nella
rarissima polvere.
E poi come tradizione tutti a far merenda!

venerdì 5 dicembre 2014

La chiamavano vanità!



Abbiamo dovuto lasciar passare una settimana.
Prima avremmo potuto semplicemente riportare quello che Luca Pandolfi è venuto a raccontarci di sè giovedì scorso alla presentazione delle attività invernali della sottosezione. Ma avremmo rischiato di scivolare in una descrizione da bollettino parrocchiale.
E invece diciamocelo!
Vedere quel pezzo d’uomo, con qualche capello argentato che spunta qua e là nella folta chioma, con una dialettica semplice ma che sorridendo surfa sui visi stupefatti di una platea che straborda all’interno della sala stemmi del Monte dei Cappuccini ci obbliga ad una settimana di silenziosa clausura.
Anche perché il suo modo di raccontare la montagna e le sue avventure in fuoripista con la sua tavola da snowboard è spontaneamente accattivante.
E saranno le foto e i video delle sue discese impossibili che scorrono alle sue spalle, sarà la bravura di Linda nel guidarlo nel suo discorrere, sarà la regia di Elena a cui nulla sfugge… ma il racconto rapisce chi lo ascolta.
E un po’ ci viene voglia di pensare anche solo per un momento di essere al suo posto. Per un istante siamo insieme a lui a scendere - sci o tavola ai piedi - quella coltellata bianca nel roccioso versante italiano del Bianco che è il canale della Sentinella Rossa o a galleggiare sulla “spinosa” parete a 50° del Sangri-là, dove anche Jeremy Jones è caduto.
Solo a freddo ritorna alla mente l’emozione che ci ha regalato la funivia che da Chamonix porta all’Aguille du Midì, a quanto il solo vedere dall’alto la traccia della Mallory ci susciti più emozione dell’impronta di Amstrong sulla luna. La Mallory che appunto Pandolfi tratta alla stregua di un facile allenamento.
E allora vada per le nostre gite di scialpinismo fuoriporta, per il nostro freeride della domenica… e accontentiamoci del piacere di vedere i video di questi pazzi scatenati.
E di rimanere a bocca aperta quando ci raccontano le loro avventure.