"Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze. Sulle montagne possono salirci molti altri,ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre". - Walter Bonatti
mercoledì 31 dicembre 2014
mercoledì 24 dicembre 2014
Il mago di Natale
S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di
Natale
in ogni casa, in ogni
appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di
montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti:
regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne
andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di
Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la
panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero
speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei
cappotti.
Tutto questo farei se fossi un
mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
Gianni Rodari
domenica 14 dicembre 2014
Quella becca di Trecare!
Prende via in modo ufficiale la stagione invernale della
Sucai.
E come tradizione lo fa sci ai piedi con la gita degli Auguri.
Sono circa una trentina i sucaini che si ritrovano a Cheneil
sopra Valtournanche per affrontare quella che si fa davvero fatica a definire “powder”,
ma tant’è, l’inverno è ancora lungo.
La meta è la becca Trècare o meglio la spalla ovest ossia
quella scialpinistica (quota 2.852).
Sono 800 metri di dislivello che scivolano
via senza grosse difficoltà, ottimi per iniziare a far girare le gambe.
In cima
la temperatura non invita a fare grandi festeggiamenti e allora giù a cercare
qualche curva nella
rarissima polvere.
E poi come tradizione tutti a far merenda!
venerdì 5 dicembre 2014
La chiamavano vanità!
Abbiamo dovuto lasciar passare una settimana.
Prima avremmo potuto semplicemente riportare quello che Luca
Pandolfi è venuto a raccontarci di sè giovedì scorso alla presentazione delle
attività invernali della sottosezione. Ma avremmo rischiato di scivolare in una
descrizione da bollettino parrocchiale.
E invece diciamocelo!
Vedere quel pezzo d’uomo, con qualche capello argentato che
spunta qua e là nella folta chioma, con una dialettica semplice ma che
sorridendo surfa sui visi stupefatti di una platea che straborda all’interno
della sala stemmi del Monte dei Cappuccini ci obbliga ad una settimana di
silenziosa clausura.
Anche
perché il suo modo di raccontare la montagna e le sue avventure in
fuoripista con la sua tavola da snowboard è spontaneamente
accattivante.E saranno le foto e i video delle sue discese impossibili che scorrono alle sue spalle, sarà la bravura di Linda nel guidarlo nel suo discorrere, sarà la regia di Elena a cui nulla sfugge… ma il racconto rapisce chi lo ascolta.
E un po’ ci viene voglia di pensare
anche solo per un momento di essere al suo posto. Per un istante siamo insieme a
lui a scendere - sci o tavola ai piedi - quella coltellata bianca nel roccioso versante italiano del
Bianco che è il canale della Sentinella Rossa o a galleggiare sulla “spinosa”
parete a 50° del Sangri-là, dove anche Jeremy Jones è caduto.
Solo a freddo ritorna alla mente l’emozione che ci ha regalato la
funivia che da Chamonix porta all’Aguille du Midì, a quanto il solo vedere dall’alto
la traccia della Mallory ci susciti più emozione dell’impronta di Amstrong sulla
luna. La Mallory che appunto Pandolfi tratta alla stregua di un facile
allenamento.
E allora vada per le nostre gite di scialpinismo fuoriporta, per il nostro
freeride della domenica… e accontentiamoci del piacere di vedere i video di
questi pazzi scatenati.
E di rimanere a bocca aperta quando ci raccontano le
loro avventure.
sabato 4 ottobre 2014
Arranca arranca arranca!!!
E quando mai ti capiterà di nuovo di ritrovarti su un
sentiero di montagna ai 2.600 con lo sfondo del Monte Bianco, vestito da
batterio ad inseguire Puffetta con alle spalle nientepopodimeno che Mastro
Lindo?
Quando mai ti capiterà ancora di catapultarti in un pendio
ripido con in testa una calza da donna con tanti fazzolettini verdi che
spuntano qua e là e un elmo romano tra le braccia inseguito da 4 pretoriani?
Quando mai potrai superare di corsa e in un colpo solo
Spiderman, Wonder Woman con la barba e Capitan America con un corpetto da far
invidia alle conigliette di playboy?
Non è la fantasia di Milo Manara ad aver disegnato questa
idea malsana, ma un gruppo affiatato di trailer di Courmayeur che nel 2006
hanno deciso di unire la goliardia allo sport, la fantasia alla corsa, il gioco
allo sport, la festa a quello che in fondo a un valdostano non può non piacere:
la montagna.
E così è nata l’Arrancabirra.
Dove “arrancare” e “birra” non sono che un pretesto per
divertirsi: arrancare per 18
km e 1500
metri di dislivello e bere 6 birre
Ma questo è il meno.
E’ la festa dei trailer: correre in montagna è la loro
passione e per un paio di birre non è mai morto nessuno.
La gara conta poco, il tempo non si guarda e le classifiche
neppure. Quello che conta è il costume più fantasioso, più ingegnoso, più
divertente, più in linea con il tema: quest’anno quello dei supereroi.
Un carnevale di divertenti maschere che si arrampicano su
per la montagna, divertite dal condividere la passione e vittime inesorabili
dell’ebbrezza delle Moretti accatastate a montagne ad ogni ristoro.
Montagna, salita, discesa, sport, divertimento…un filo rosso
che inesorabilmente porta alla Sucai che infatti non poteva mancare con un
supereroe d’eccezione: Mastro Lindo che deve vedersela con i batteri
verdi.
Divertiti divertenti: prima, durante e dopo, al mega party
di Courmayeur.
Nessuno sa ancora quale sarà il tema del prossimo anno, ma
stanne certo che quelli della Sucai non mancheranno!
domenica 21 settembre 2014
La traversata degli dei (Mtb)
Sono denominazioni che mettono soggezione al solo pronunciarle.
Sono luoghi che evocano fantasie e ricordi.
Sono sentieri dove la storia si è unita alla leggenda e la leggenda al mito.
L'ultima gita alpina della stagione per i bikers sucaini non lascia spazio a distrazioni.
Si parte da Bousson, là dove la Valle Argentera si unisce alla Val di Thuras, e dopo un breve tratto si intraprende la mitica salita al Lago Nero, anche conosciuta come Patimento y Suffrimento.
Il gruppo resta compatto e la giovialità della giornata stempera la fatica, ma per raggiungere la quota dei 2300 c'è ancora da arrampicarsi sulla inaccessibile rampa della disperazione che i nostri affrontano con encomiabile dedizione.
Di qui l'arrivo al Col Begino diventa un gioco da ragazzi nella parte più spettacolare della gita ossia la traversata degli dei.
Breve sosta panoramica e nuova salita al Monte Corboiun (2439): la Cima Coppi della giornata. Di lì i bikers con tracodante sicurezza si lasciano scivolare nel sentiero single track della Clavierissima fino ad immergersi nel mondo sospeso delle Cave di marmo verde di Cesana...e di qui ritorno a Bousson.
La merenda dal benzinaio di Cesana è condivisa con i reduci del trail di Oulx.
Sono luoghi che evocano fantasie e ricordi.
Sono sentieri dove la storia si è unita alla leggenda e la leggenda al mito.
L'ultima gita alpina della stagione per i bikers sucaini non lascia spazio a distrazioni.
Si parte da Bousson, là dove la Valle Argentera si unisce alla Val di Thuras, e dopo un breve tratto si intraprende la mitica salita al Lago Nero, anche conosciuta come Patimento y Suffrimento.
Il gruppo resta compatto e la giovialità della giornata stempera la fatica, ma per raggiungere la quota dei 2300 c'è ancora da arrampicarsi sulla inaccessibile rampa della disperazione che i nostri affrontano con encomiabile dedizione.
Di qui l'arrivo al Col Begino diventa un gioco da ragazzi nella parte più spettacolare della gita ossia la traversata degli dei.
Breve sosta panoramica e nuova salita al Monte Corboiun (2439): la Cima Coppi della giornata. Di lì i bikers con tracodante sicurezza si lasciano scivolare nel sentiero single track della Clavierissima fino ad immergersi nel mondo sospeso delle Cave di marmo verde di Cesana...e di qui ritorno a Bousson.
La merenda dal benzinaio di Cesana è condivisa con i reduci del trail di Oulx.
mercoledì 10 settembre 2014
Pedalando verso sud (Bike & Breakfast)
Ci abbiamo creduto: alla faccia del meteo avverso, della pioggia in nottata e delle nuvole sul cielo di Torino.
Ci abbiamo creduto e l'abbiamo fatto.
E stamattina alle 6 in punto (mhmmm.... vabbeh il quarto d'ora accademico per chi veniva da distante è concesso) eravamo lì, davanti al cancello dell'ex zoo, pronti a far "rombare" le mountain bike (e pure una to-bike) nel circuito ciclabile cittadino.
Direzione sud, attraverso il Valentino e il Parco delle Vallere ....con qualcuno che vorrebbe continuare fino al mare e invece giunti a Moncalieri si sale ancora fino al Castello e poi voilà, ahinoi si torna indietro.
Prima di indossare gli abiti civili c'è ancora tempo per la colazione alla Pasticceria Sabauda della Gran Madre e poi via a cominciare la giornata.
Ci abbiamo creduto e l'abbiamo fatto.
E stamattina alle 6 in punto (mhmmm.... vabbeh il quarto d'ora accademico per chi veniva da distante è concesso) eravamo lì, davanti al cancello dell'ex zoo, pronti a far "rombare" le mountain bike (e pure una to-bike) nel circuito ciclabile cittadino.
Direzione sud, attraverso il Valentino e il Parco delle Vallere ....con qualcuno che vorrebbe continuare fino al mare e invece giunti a Moncalieri si sale ancora fino al Castello e poi voilà, ahinoi si torna indietro.
Prima di indossare gli abiti civili c'è ancora tempo per la colazione alla Pasticceria Sabauda della Gran Madre e poi via a cominciare la giornata.
domenica 7 settembre 2014
Venezia, la luna e tu (3° uscita inviti all'alpinismo)
Era nell'aria da un po' di anni, ma il meteo avverso aveva sconsigliato di avvicinarsi alle rocce del Monviso nelle passate edizioni degli "inviti".
Quest'anno invece sì: con un po' di fortuna e la giusta dose di ottimismo.
La mattina di sabato è splendida e la salita al Rifugio Giacoletti permette agli impavidi alpinisti di godere di uno spettacolo magnifico sul Re di Pietra.
Verso mezzodì arrivano le prime nuvole a mettere il cappello al Viso, ma i sucaini su due fronti cominciano comunque a risalire Dimensione Quarto di Punta Venezia (3.095m) e la Cresta Est di Punta Udine (3022m).
La fortuna premia gli audaci e a metà del pomeriggio le due vette sono conquistate. Di qui rimane la discesa per la divertente ferrata del couloir del Porco.
La mattina dopo chi rimane ha nuovamente la sorpresa di essere graziato da Giovepluvio e può nuovamente salire a Punta Udine attraverso Alice 120/80.
Galleria qui!
Quest'anno invece sì: con un po' di fortuna e la giusta dose di ottimismo.
La mattina di sabato è splendida e la salita al Rifugio Giacoletti permette agli impavidi alpinisti di godere di uno spettacolo magnifico sul Re di Pietra.
Verso mezzodì arrivano le prime nuvole a mettere il cappello al Viso, ma i sucaini su due fronti cominciano comunque a risalire Dimensione Quarto di Punta Venezia (3.095m) e la Cresta Est di Punta Udine (3022m).
La fortuna premia gli audaci e a metà del pomeriggio le due vette sono conquistate. Di qui rimane la discesa per la divertente ferrata del couloir del Porco.
La mattina dopo chi rimane ha nuovamente la sorpresa di essere graziato da Giovepluvio e può nuovamente salire a Punta Udine attraverso Alice 120/80.
Galleria qui!
lunedì 1 settembre 2014
Settembre, andiamo. E' tempo di migrare
Se
c'e' una cosa che mi irrita di agosto e' che alla fine mi trovo inevitabilmente
più vecchio.
Parto
convinto di avere "solo" l'età compiuta l'anno scorso e
zacchete....ritorno e devo fare i conti con un'anagrafe irreparabilmente
mutata.
Per
il resto diciamocelo: e' il mese più bello dell'anno.
Ok,
non si scia (e se si vuole si può anche fare!!). Ma se vuoi andare in montagna hai uno scenario incredibile con
mille discipline da provare o da riprovare e se invece vuoi il mare.... beh
butti la tessera del Cai in un cassetto e chi si e' visto si e' visto: ci si
ritrova a settembre.
Settembre....ecco,
appunto!
Come
oggi.
Per
la precisione lunedì 1° settembre...
Quella
data odiosa che ti obbliga a non fare i conti su quanto ti manca alle prossime
ferie estive per non trovarti tra le mani un numero
impronunciabile... irrealistico... IMPOSSIBILE!!!
E
allora ti rifugi a sfogliare il calendario degli eventi per dare “un senso a
questa situazione anche se questa situazione un senso non ce l'ha”: trovi la
sagra del peperone a Carmagnola, quella della rapa bitorzoluta a San Damiano
d'Asti e altre cosucce di questo genere: così la depressione è assicurata!
Per
riprendere vita non resta altra scelta che riaprire quel cassetto dove a fine
luglio hai frettolosamente buttato la tessera Cai e catapultarti veloce veloce
sul sito www.sucai.it
BUON
RIENTRO!!!!!
domenica 27 luglio 2014
E' la mtb bellezza! Cronaca di una gita non tradizionale!
La Sucai
mette il piede sull'acceleratore e prova a cambiare i connotati alla
tradizionale scampagnata in bicicletta. Privilegio alla discesa, sentieri
impervi, gallerie chiuse e lupini ed insalata russa come merenda: questi gli
ingredienti più succulenti della rivoluzione estiva degli amanti della due
ruote.
Ma andiamo per ordine.
Il ritrovo dei 18 bikers è a Bardonecchia. Caffè di rito e tutti di nuovo in auto: si sale ai bacini delle Jaffreau e così si tagliano quei 700 metri di dislivello. Di qui si monta in sella e via verso la strada dei forti. 400 metri di dislivello e poi si veleggia in quota sulla sterrata. La giornata è spaziale: gli occhi si muovono tra la Barre des Ecrines e la Rognosa di Sestriere. Ogni tanto ci si ferma...un po' a ricordare le ultime sciate e un po' a programmare le prossime.
In prossimità della galleria dei Saraceni arriva la sosta cioccolato...e si capisce così il perchè dello zainetto pesante di Guido (Croci per i buongustai).
Poi lampade in fronte ci si infila nella umida galleria (piccola nota di colore: anche qui nel ventre della terra, lontano da tutti e da tutto ti trovi in senso inverso che sta salendo un biker Sucaino di chissà quale generazione che ti ricorda di salutargli la comandante elvetica!).
Al forte di Pramard, riposte le lampade nello zaino, la gita cambia decisamente ritmo e ci si catapulta sul sentiero single track verso Oulx. Sono mille metri di dislivello e solo in pochi riesco a rimanere in sella per tutto il tragitto. Il percorso però è decisamente suggestivo. Boschi, pietraie con tratti più dolci alternati a lunghi pezzi decisamente tecnici. Qualcuno cade, qualcuno prova qualche nuova strategia di discesa, i più devono accontentarsi di scendere bici alla mano.
Arrivati a Oulx l'avventura non è finita. Ci sono ancora 11km di spettacolare ciclabile in saliscendi verso Bardonecchia.
Poi, recuperate le auto, dopo oltre 30 km di bici, tutti da Marta a godersi una merenda con i fiocchi preparata dalla bionda maestrina in compagnia dell'inesauribile Pilu.
Ma andiamo per ordine.
Il ritrovo dei 18 bikers è a Bardonecchia. Caffè di rito e tutti di nuovo in auto: si sale ai bacini delle Jaffreau e così si tagliano quei 700 metri di dislivello. Di qui si monta in sella e via verso la strada dei forti. 400 metri di dislivello e poi si veleggia in quota sulla sterrata. La giornata è spaziale: gli occhi si muovono tra la Barre des Ecrines e la Rognosa di Sestriere. Ogni tanto ci si ferma...un po' a ricordare le ultime sciate e un po' a programmare le prossime.
In prossimità della galleria dei Saraceni arriva la sosta cioccolato...e si capisce così il perchè dello zainetto pesante di Guido (Croci per i buongustai).
Poi lampade in fronte ci si infila nella umida galleria (piccola nota di colore: anche qui nel ventre della terra, lontano da tutti e da tutto ti trovi in senso inverso che sta salendo un biker Sucaino di chissà quale generazione che ti ricorda di salutargli la comandante elvetica!).
Al forte di Pramard, riposte le lampade nello zaino, la gita cambia decisamente ritmo e ci si catapulta sul sentiero single track verso Oulx. Sono mille metri di dislivello e solo in pochi riesco a rimanere in sella per tutto il tragitto. Il percorso però è decisamente suggestivo. Boschi, pietraie con tratti più dolci alternati a lunghi pezzi decisamente tecnici. Qualcuno cade, qualcuno prova qualche nuova strategia di discesa, i più devono accontentarsi di scendere bici alla mano.
Arrivati a Oulx l'avventura non è finita. Ci sono ancora 11km di spettacolare ciclabile in saliscendi verso Bardonecchia.
Poi, recuperate le auto, dopo oltre 30 km di bici, tutti da Marta a godersi una merenda con i fiocchi preparata dalla bionda maestrina in compagnia dell'inesauribile Pilu.
sabato 19 luglio 2014
Il Giordani bifronte! (2° uscita inviti all'alpinismo)
Ph Fassino |
E così sui 22 partecipanti ben 3 festeggiano il loro primo quattromila!
Il Weismeis richiedeva l'avvicinamento e le previsioni per domenica non erano certo delle migliori. E allora si è ripiegati su punta Giordani (4.046m)....se di ripiego si può parlare quando si parla di Monte Rosa.
Metà gruppo ha aggredito la salita per la normale e metà invece si è cimentato sulla più insidiosa Cresta del Soldato.
La vista dalla vetta è come al solito impagabile...in basso la nuvolaglia in arrivo crea una sorta di mare. In alto...beh...in alto il Monte Rosa ti abbaglia con le sue vette... la Piramide Vincent appena lì davanti, il Corno Nero, il Parrot, il Ludwingshole....e sullo sfondo quella figura quasi umana del Cristo delle Vette.
domenica 13 luglio 2014
Messieurs...Voilà Fort Croix de Bretagne (mtb)
La mtb espatria in terra francese e guidati dal gran visir Pilu conquista "nintepopodimenoche” la Croce di Bretagna.
I 13 bikers portano a casa gli onori con fatica, ma la giornata è strepitosa.
Si parte da Briancon e come benvenuto d'oltralpe ti becchi 700 metri di dislivello su strada militare. Ma la salita è costante e la frescura mattutina allevia le fatiche.
Pausa al forte con qualche scatto ai bovini nelle caserme...e si badi nessuna allusione ai reparti armati francesi: sono proprio le mucche ad essere ospitate nelle camerate dei soldati.
Si rimonta in sella e giù in discesa su sentiero molto tecnico e ripido.
La parte veloce termina presto e dopo un tratto in asfalto la salita si fa ripida...sempre più ripida. Appena scollinato si approda in pratoni...ma evidentemente la campagna di Francia delle mucche di prima ha lasciato troppi resti evidenti per rendere accattivante la sosta.
Non rimane quindi che buttarsi nel single treck attrezzato con paraboliche con nelle orecchie un noto adagio di Paolo Conte riadattato all'occasione (per i dettagli Pilu e Nek alla console).
La discesa cancella la fatica e il guado nel torrente con annesso pediluvio rinvigorisce per l'ultimo tratto.
Posate le bici in auto, non rimane che godersi la merenda di Marta!
I 13 bikers portano a casa gli onori con fatica, ma la giornata è strepitosa.
Si parte da Briancon e come benvenuto d'oltralpe ti becchi 700 metri di dislivello su strada militare. Ma la salita è costante e la frescura mattutina allevia le fatiche.
Pausa al forte con qualche scatto ai bovini nelle caserme...e si badi nessuna allusione ai reparti armati francesi: sono proprio le mucche ad essere ospitate nelle camerate dei soldati.
Si rimonta in sella e giù in discesa su sentiero molto tecnico e ripido.
La parte veloce termina presto e dopo un tratto in asfalto la salita si fa ripida...sempre più ripida. Appena scollinato si approda in pratoni...ma evidentemente la campagna di Francia delle mucche di prima ha lasciato troppi resti evidenti per rendere accattivante la sosta.
Non rimane quindi che buttarsi nel single treck attrezzato con paraboliche con nelle orecchie un noto adagio di Paolo Conte riadattato all'occasione (per i dettagli Pilu e Nek alla console).
La discesa cancella la fatica e il guado nel torrente con annesso pediluvio rinvigorisce per l'ultimo tratto.
Posate le bici in auto, non rimane che godersi la merenda di Marta!
sabato 12 luglio 2014
CANYONING? NO….SHOWERING!!!
Doveva essere l’annuale giornata dedicata al canyonig, con
il Rio Sessi a Caprie prescelto per le calate, i toboga e i tuffi. E invece
niente. La minaccia di temporali ha rimandato a settembre il torrentismo.
Ma ormai la sveglia aveva buttato giù i nostri dal letto e
allora tanto vale dedicarsi a qualcosa in zona. Ed ecco il Musinè che si offre
per una breve gita.
Detto, fatto.
Peccato che la pioggia abbia colto la comitiva proprio in
discesa offrendo ai malcapitati una doccia fuori programma.
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